Click!
E’ iniziato un paio di settimane fa. Erano le otto di sera (più o meno), mentre percorrevo il tratto a piedi dalla metropolitana a casa.
“Appena arrivo devo portare Bonnie e Billy a fare il giretto. Poi la pappa per loro, poi la cena per me. Finirò verso le nove. Finalmente!”
Di solito questo pensiero mi fa sentire stanca: cinque anni fa non mi accorgevo di queste piccole fatiche. Sono sessantenne, e le fatiche, tra qualche anno, saranno anche più pesanti.
Tra qualche anno… Bonnie ha 11 anni: tra qualche anno sarà ancora con me?
“In famiglia siamo tutti in buono stato di salute e in armonia tra noi. E’ vero che mamma qualche volta alza il volume della televisione in modo per noi fastidioso, che non riesco quasi mai a cucinare per me stessa (per lei sono sempre la figlia da nutrire), che purtroppo dà a Bonnie bocconcini che la fanno ingrassare, che premia l’abbaio di Billy… Mamma ha 86 anni e verrà un giorno in cui la casa sarà silenziosa, troppo silenziosa, disperatamente silenziosa…”
Fu così, credo, che inconsapevolmente, per la prima volta, feci: CLICK!
Ecco in vista i giardinetti davanti alla chiesa ed il mio condominio.
“E’ un momento sereno della mia vita. Devo godermelo e ricordarlo. Fissarlo nella mia mente come fosse una fotografia della vita”
Passarono giorni. Continuai inconsapevolmente a fissare nella mente momenti della quotidianità nei quali mi sentivo bene: guardare due cani giocare, un bambino sorridere tendendomi la manina, una persona sconosciuta che mi tiene aperto il cancello per agevolarmi, i primi non-ti-scordar-di-me nel prato. Quando ero bambina li chiamavano anche occhi della Madonna. La Madonna aveva un ruolo diverso nel sociale. Molte cose erano diverse nel sociale.
Domani mattina andrò a casa di un’amica per infilare le mie collanine. Lei è molto brava: abile e creativa. Quando ero bambina non giocavo spesso, ma i corallini di vetro mi piacevano molto e mi divertiva infilarli.
Mi pregusto il nostro incontro. Vorrei che anche per lei fosse un bel momento e ho pensato di regalarle un libro come quello che sto leggendo e che mi piace tantissimo. So che piacerà molto anche a lei.
Ho immaginato di accompagnare il libro con un biglietto. E’ stato allora, pensando al biglietto da scriverle, che il click ha fatto irruzione consapevole nella mia mente.
“Click. 3 marzo 2008.
Questa mattina abbiamo passeggiato insieme ai cani, Come facciamo spesso. Ci siamo divertite quando li abbiamo visti giocare felici. Click
Questa mattina infiliamo le perline e facciamo le collane. Non sono abituata a sorridere, lo sai, sono spesso malinconica. Questa mattina mi regali l’emozione di sentirmi bimba e di giocare. Click
Ti dono questo libro. Tra una settimana, un mese, qualche anno, lo riprenderai in mano per sistemare la libreria o per rileggere un passaggio che ti ha particolarmente colpito. Forse ti tornerà in mente il momento in cui è passato dalle mie mani alle tue. Click”
Gli animali vivono così: nel qui ed ora. Il click è un qui ed ora che include la consapevolezza del presente e la unisce indissolubilmente ad una immagine.E’ come scattare una fotografia dell’attimo vissuto che includa al contempo ciò che il corpo e l’anima vivono all’unisono.
La nostra vita è piena di stupendi momenti da vivere consapevolmente e ricordare.
I momenti stupendi sono disseminati nella vita di ogni giorno. Sono le piccole grandi cose per le quali vale la pena di alzarsi ogni mattina e arrivare a sera.
Ho cominciato a parlare a qualcuno del click: ho visto sbocciare il sorriso.
Prova anche tu a scattare alcuni click, in una normale giornata di vita. E se ti fa piacere, scrivimi come ti è andata.
Leggerò con gioia la tua mail: click