L’ANIMALE ANZIANO: Ida Caruggi indica una nuova prospettiva

Siamo abituati a vedere negli anziani, persone o animali che siano, principalmente quello che manca loro, i loro deficit: non si muovono più bene, non ci sentono bene. Nei cani, in particolare, notiamo che non corrono, non hanno riflessi pronti, non salgono più sul divano, non hanno più il mantello lucente. E ci fanno pena. Colleghiamo immediatamente la vecchiaia con la morte.

Ida Caruggi ci invita invece a considerare la vecchiaia per quello che davvero è: una fase della vita con la sua peculiarità.

Il cane anziano non ‘sta morendo’, invece ‘sta vivendo’ la sua vecchiaia. E’ la stagione non più operativa, ma nella quale le ‘abilità’ che noi e i nostri animali abbiamo acquisito sin dalla fanciullezza vengono messe a frutto.

Gli animali sanno compensare i loro deficit in maniera molto specializzata; con alcune abilità compensano le carenze. Sono sordi? Usano naturalmente il linguaggio del corpo. E allora noi per comunicare con loro possiamo imparare nuove gestualità, fare nuove esperienze e conoscere aspetti dei nostri animali che prima ci sono sfuggiti.

Se capiamo come funziona la mente del cane possiamo aiutarlo molto di più e la nostra relazione con lui ne trarrà grande giovamento. Il cane ha una mente analitica, non una mente che astrae come quella di noi umani. Quindi vive nella realtà e non ‘si fa un’idea’ di una cosa: la vede per quel che è davvero. Impariamo dai nostri cani a vivere ‘nel momento’, nel ‘qui ed ora’.

Le parole di Ida Hanno profondamente colpito i numerosi presenti alla serata di venerdì 27 maggio, ultima della serie di incontri organizzati dal Giardino di Quark e dal Comune di Ghemme. La sua apertura di cuore verso tutti gli esseri viventi e la sua grandissima sensibilità sono doti che non passano inosservate. Per conoscerla meglio: www.comunicazionenaturale.it.

Ida ha gentilmente offerto al Giardino di Quark i proventi del libretto NOI ANZIANI: Chi fosse interessato ad averne una copia può richiederlo ai nostri banchetti, presso il Rifugio stesso o telefonando al 3355325836.


Alessandra Boccalate
Corriere Valsesiano, venerdì 3 giugno 2011





INTERVISTA a IDA CARUGGI

Sempre più spesso giungono notizie di persone “speciali”, che sono in grado di “parlare” telepaticamente con gli animali e di comunicare con loro: gli “animal communicators”. Nei paesi anglosassoni i comunicatori sono popolarissimi, hanno una loro rivista professionale, un codice deontologico e scrivono best seller sulle molteplici verità rivelate dagli animali; attraverso i “colloqui” gli animali insegnano come prendersi cura di loro, svelano i propri desideri, le proprie paure e soprattutto raccontano come noi possiamo evolvere, per migliorare radicalmente la nostra esistenza, i nostri atteggiamenti e la nostra personale visione della vita. Ma è anche una tecnica che lascia perplessi: se è vero che in molti la sostengono con passione, è altrettanto vero che in tanti la condannano aspramente, convinti essere un’altra delle proposte alternative così di moda in questo ultimo decennio. Per fare un po’ di chiarezza, ho incontrato una persona che di queste cose se ne intende: è Ida Caruggi, milanese doc, ideatrice del metodo “comunicazione naturale”, che negli Stati Uniti ha sperimentato la tecnica della animal communication e oggi, oltre ad essere in contatto con alcuni dei più famosi animal communicators americani, si impegna nel quotidiano per migliorare la relazione uomo-animale. Nel suo studio, in compagnia dei suoi due cani Bonnie e Billy, comincia a rispondere alle mie domande.

Chi sono gli animal communicators?
Sono persone in grado di comunicare con gli animali attraverso la telepatia, onorando tutte le creature della terra, rispettandole e aiutando gli altri a fare lo stesso. Molti di noi lo fanno in maniera spontanea. Pensando alla mia storia personale e a quella dei comunicatori che conosco, posso dire che abbiamo alle spalle un percorso di consapevolezza individuale che ci è utile per comunicare con gli animali senza aggiungere nulla di personale e, per quanto possibile, senza farci sopraffare dall’emotività.
Ma una predisposizione naturale e un’apertura di cuore verso gli animali non sono sufficienti; è necessario anche studiare ed essere aggiornati in materia di etologia, neuroscienze e riconoscimento delle emozioni nell’animale; ho frequentato svariati corsi negli Stati Uniti e in Europa, ho imparato molto da questi, ma anche dalle persone che ho incontrato e che lavorano a stretto contatto con gli animali: le loro esperienze mi hanno spesso arricchita di informazioni, che non avevo trovato nei libri o appreso nei corsi.

Come avviene la comunicazione con gli animali?
Ci sono molti modi di comunicare: le pietre emettono radiazioni, i colori frequenze, gli uccelli cantano, i cani abbaiano e muovono la coda per comunicarci qualcosa; gli uomini sono gli unici esseri nel creato a utilizzare prevalentemente un linguaggio concettuale astratto (parlato o scritto). Nessun altro essere di natura astrae concettualmente.
La comunicazione con gli animali utilizza il linguaggio corporeo, emozionale e di immagini; la comunicazione di un animal communicator avviene attraverso un linguaggio di immagini ed emozioni.
Quando ricevo comunicazioni da animali, ricevo un’immagine abbinata a un’emozione; devo trasformare il tutto in parole per poterla condividere con il proprietario dell’animale, cercando di stare il più aderente possibile a quanto ho percepito, senza aggiungere del mio. Al tempo stesso quando comunico qualcosa all’animale, devo riuscire a trasformare la chiacchierata avuta con il proprietario in un’immagine, alla quale abbino un sentimento o un’emozione. Non è semplice: ad esempio non posso usare la negazione, in quanto modalità non comprensibile dagli animali. Quando una persona si concentra sul concetto “non abbaiare”, nella sua mente crea inconsapevolmente l’immagine di un cane che abbaia e vuole che smetta di farlo. In questo caso il cane riceve un rinforzo all’abbaio, perché l’immagine che percepisce e l’emozione del proprietario corrispondono a un cane che abbaia. La persona che vuole comunicare correttamente deve creare nella propria mente l’immagine di un cane sdraiato e tranquillo ed essere dentro quell’emozione. In questo modo il cane percepirà il messaggio desiderato.
Rupert Sheldrake, studioso di scienze naturali e biochimica di fama mondiale, spiega con la teoria del “campo morfico” la telepatia e le percezioni extrasensoriali degli animali.
Afferma che tutti i membri di un gruppo sono uniti fra loro in un campo sociale, che ha le caratteristiche dell’elasticità; quando un membro di questo gruppo si trasferisce in un luogo distante, rimane sempre legato al gruppo attraverso questo campo sociale denominato “campo morfico”. A molti di noi è certo accaduto di avere comunicazioni telepatiche con un amico (lo penso e poco dopo lui mi chiama al telefono) o con una persona cui si vuole bene (“sento che le è accaduto qualcosa” e spesso è proprio così).

Perché comunicare con gli animali?
Le motivazioni che spingono a comunicare con gli animali sono molteplici; la principale dovrebbe essere quella di conoscerli sempre meglio. Amare il proprio animale significa rispettare la sua identità, imparare a conoscerlo per comprenderlo; maggiore è l’empatia che creiamo con lui, migliori saranno le nostre vite insieme.
La percezione che gli animali hanno dell’ambiente nel quale viviamo è per certi versi simile alla nostra, per altri molto diversa: la comunicazione telepatica può fornire a noi informazioni (emozionali e di altro tipo) aggiuntive rispetto a quelle osservabili in altro modo e aiutarci a essere sempre più consapevoli e responsabili nella relazione.
Al tempo stesso anche l’animale può ricevere da noi informazioni utili e spiegazioni su eventi che magari non ha compreso.

Quali sono i limiti della animal communication?
Innanzitutto non deve essere mai usata per diagnosticare, né tanto meno curare, malattie o altri disturbi fisici: in questi casi bisogna rivolgersi sempre ed esclusivamente ai veterinari.
La comunicazione con gli animali non può e non deve essere usata per eliminare comportamenti dell’animale che a noi non piacciono, ma che sono naturali per lui (cosa c’è di male o di sbagliato nel rotolarsi dentro una grande pozzanghera in piena estate? avrebbe senso tentare di imporgli di non farlo?)
Quando ci sono richieste di questo tipo, il lavoro va fatto sul proprietario, che ha preso una direzione sbagliata nella relazione con l’animale e ha dimenticato che le sue esigenze ‘umane’ non sempre sono coincidenti con quelle dell’animale. In nessun caso gli animali devono diventare dei surrogati funzionali ad appagare dei bisogni insoddisfatti e delle mancanze personali; ciò, oltre ad essere molto irrispettoso nei loro confronti, è anche molto triste.
Infine può capitare che l'animale si rifiuti di comunicare in quel momento (ricordiamo che la sua mente si impegna in una sola cosa alla volta: quando mangia, la sua attenzione è lì, quando gioca, la sua attenzione è lì e così via). In questo caso bisogna rispettare la sua scelta, senza mai essere invasivi e insistenti; si prova in un altro momento, consapevoli però che si potrebbe ottenere lo stesso risultato.
Sono difficili anche le comunicazioni con animali che non abbiano una relazione intensa e profonda con i proprietari.
E’ importante che chi fa comunicazione con gli animali mantenga un atteggiamento umile e realista, consapevole che la comunicazione con gli animali non è una sorta di bacchetta magica che risolve tutti i problemi, ma è uno strumento tra tanti, integrativo di un discorso che deve tenere conto di altri parametri attinenti sia l’animale che il proprietario e l’ambiente nel quale l’animale vive.

Che cosa ti auguri per il futuro?
Incontro ancora molte persone che non sanno instaurare una relazione autentica con il proprio animale e che non hanno il desiderio di vivere al meglio questa stupenda avventura, che può rivelarsi invece piena di sorprese. La maggior parte dei problemi lamentati dalle persone nei confronti degli animali è causata proprio dal nostro ignorare la diversità tra noi e loro.
Oggi abbiamo a disposizione una lista infinita di studi, libri e corsi per imparare a capire e a comunicare in modo corretto e rispettoso con gli animali, soprattutto con i cani, che ci vivono letteralmente al fianco giorno dopo giorno. Possiamo imparare a ‘leggere’ il loro linguaggio corporeo e a rendere il nostro a loro comprensibile; possiamo imparare a riconoscere le emozioni che stanno all’origine dei loro comportamenti, possiamo imparare a guardare la realtà pensando in immagini come loro…
Insegno ciò che so ogni volta che mi è possibile; ripeto continuamente che l’attenzione all’altro e l’ascolto dell’altro sono le basi di ogni relazione; gli animali ci osservano con attenzione sempre e ci ascoltano sempre ma noi troppo spesso non facciamo la stessa cosa quando ci rapportiamo a loro.
Impariamo che l’animale vive la relazione con l’uomo in maniera totale e con amore incondizionato, senza giudizi né aspettative e soprattutto senza distrazioni. E’ un sentimento generoso, vitale e magnanimo; sta a noi comportarci di conseguenza.

Il tempo è volato e a malincuore sono costretto a terminare il mio incontro; lascio lo studio di Ida con la certezza che da oggi farò più attenzione agli animali, che vivono in casa con me e alla relazione che ho instaurato con loro. Penso anche di aver imparato che l’animal communication è uno degli strumenti a nostra disposizione per capire Fido o Micio, che non ha nulla di “paranormale” o “esoterico” e che ci sono tanti altri strumenti validi e tutti insieme rappresentano una significativa risorsa per promuovere il sentimento di autenticità, che deve essere alla base della relazione uomo-animale.

Marco Bergamaschi
CANI UTILI, n. 211,
settembre 2010





Oreste, così come ho sempre detto di Boris, è un dono venuto dal cielo.
Uno dei più belli che ho avuto. Negli ultimi giorni avevo addirittura iniziato a pensare che potesse essere Boris che tornava da me. Ed è un pensiero che mi fa stare ancora peggio. E un paio di giorni fa mi è venuto in mente che, quando morì Boris, contattai Ida, che si occupa di “comunicazione naturale” (nel libro “Parlando con gli animali” si parla proprio di queste pratiche di comunicazione con gli animali attraverso il pensiero).

Lei allora mi disse di essere entrata in contatto con l’energia di Boris e mi accennò al fatto che Boris sarebbe tornato da me e parlò anche di un uccellino.

Allora rimasi quasi offesa all’idea che il mio “angelo custode” si rialesasse sotto le vesti, anzi le piume, di un uccello, specie che non mi ha mai particolarmente attratta. Ora, invece, mi sembra la cosa più naturale e bella del mondo.

Ho telefonato ad Ida, per chiederle come se la cava con gli storni.

“Piuttosto bene, direi” e mi ha raccontato di esperienze vissute.

Il giorno dopo mi ha richiamata. Vedeva, sentiva Oreste. Su una roccia, spaurito, indeciso, ma vivo. E mi ha descritto i luoghi, luoghi che lei non ha mai visto. Eppure sembrava che fosse lì. O ci fosse già stata, a camminare tra le rocce, i cespugli, le radure.

E nei giorni successivi ha continuato a descrivermi con dovizia di particolari i luoghi dove piano piano Oreste stava ritornando alla sua vera natura.

I luoghi dove Oreste vive, ed è libero di volare. Anche lui, come Paco e come aveva predetto padre Giampaolo, è rimasto nel posto più bello del mondo.

Sii felice, piccolino.

Diana Lanciotti
Il brano è tratto dal libro “Mamma storna”
PACO EDITORE

 


COSI'  PARLO' FORTECUORE

Ma esistono davvero gli Animal Communicators, persone che comunicano telepaticamente con gli animali? Se ne sente parlare sempre più spesso, soprattutto in America, dove il primo caso risale a più di  sessant'anni fa e resta legato al caso di Strongheart  (Fortecuore), il pastore tedesco protagonista di una  serie televisiva molto popolare, in onda durante e dopo  la Seconda guerra mondiale. 

Il produttore della serie, J. Allen Boone, non si accontentò di arricchirsi a spese del famoso cane, ma lo prese con sé e cominciò a fare esperimenti per comunicare con lui telepaticamente. 
Secondo il suo resoconto, pubblicato con grande successo nel 1954 col titolo "Kinship with  all life" (Comunione con tutta la vita), l'esperimento  riuscì così bene che Strongheart cominciò ad impartire al produttore importanti insegnamenti metafisici. 

Numerosi furono gli emuli di Boone e in California fin dagli anni '60 i comunicatori cominciarono a offrire ai proprietari di animali domestici i loro servizi a pagamento, per interventi più che altro di ordine  pratico (per esempio come non sporcare i mobili). Negli  anni '90 Penelope Smith e Sharon Callahan divennero famose  comunicando con le balene e con altri animali che, a loro dire, avrebbero una funzione speciale nell'Universo come portatori di messaggi da altre dimensioni. 
Negli Usa ormai i comunicatori sono migliaia, hanno una loro  rivista professionale e un codice deontologico steso dalla Smith. 
E in Italia? 
Lontana dagli eccessi e dalle  purtroppo frequenti strumentalizzazioni d'oltreoceano, Ida Caruggi ha messo a punto uno speciale metodo denominato Comunicazione naturale® col quale entra in relazione non solo con gli animali, ma anche con altri esseri di natura, quali le piante, messaggere tra terra e cielo, e i sassi, testimoni del pianeta. Nel suo libro "Da cuore a  cuore. Comunicazioni con animali" (Ed. Anima) sono  riportati alcuni interessanti dialoghi telepatici intercorsi con diversi animali, il cui contenuto è stato successivamente verificato e confermato dalla realtà dei fatti.

Wanda Benati
Dall'articolo: 
“CODICI D'AMORE: come comunicare con i nostri animali domestici.”
Astra, ottobre 2004





TELEPATIA CON GLI ANIMALI

Con gli altri animali abbiamo sentimenti, conoscenze ed emozioni in comune, ma lingue diverse. Eppure possiamo intenderci. "L’anello di Re Salomone" non è una favola: è la magica capacità di comprendere e parlare il linguaggio degli animali e di comunicare con loro, che la tradizione attribuiva all’antico sovrano di Israele. Che siano esseri senzienti, capaci di percepire e di comunicare, è più che una realtà intuitiva per chi è in sintonia con l’anima del mondo. Anima che è unica in tutte le cose, microrganismi, pietre e stelle compresi, come sosteneva del resto anche la filosofia  classica, con Platone.

Ma anche la moderna scienza occidentale, che pure in passato ha “dissacrato” il mondo, sta riscoprendo quello che ogni bambino e ogni nonna sanno: gatti, uccelli, pesci (e piante, e pietre) hanno un’anima, sono nostri fratelli.

Ci provò già il fondatore dell’etologia, il premio Nobel Konrad Lorenz, a parlare con gli animali, con grande sensibilità e profonda  conoscenza del loro comportamento (l’etologia è la scienza del comportamento  animale). Il racconto delle sue ricerche è nel libro "L’anello di Re Salomone" (ed. Adelphi).

Oggi conoscenze e studi sugli animali sono molto più numerosi, sostanziosi, sorprendenti, come le testimonianze di comportamenti intelligenti e solidali anche in animali selvatici che quindi non sono umanizzati: scimmiette piangono la madre morta, balene si corteggiano, animali che manifestano paura, imbarazzo, pena, rabbia, amore... Un libro che riporta queste ricerche è "Il sorriso del delfino", del biologo Marc Bekoff dell’Università del  Colorado. 

Animal Communicators
La  coscienza che qualcosa di profondo che ci lega agli animali, con cui possiamo scambiare esperienze oltre che affetto e sentimenti, non è più relegata  nell’inconscio, nei sogni e nelle fiabe. Il biologo inglese Rupert Sheldrake  ha svolto imponenti ricerche riportate nel suo recente libro "I poteri straordinari degli animali" (ed. Mondadori); racconta centinaia di casi accertati di telepatia involontaria ‘con’ e ‘degli’ animali. Ma c’è qualcosa di più ancora. C’è chi  sperimenta una comunicazione diretta con loro, diretta e volontaria: la telepatia come mezzo cosciente. Per scoprire come ritrovare quelli persi, come curarli, o come noi possiamo curarci seguendo i loro suggerimenti.

La telepatia con gli animali è un campo di sperimentazione proposto, negli Stati Uniti, dagli Animal Communicators: per imparare come si può entrare in contatto con qualunque animale, vivo o morto; per capirne la realtà; chiedergli lumi sullo scopo della vita e sull’amore incondizionato.

Stefano Fusi
Anima News, anno 1 n. 0





SORELLA NATURA, PARLIAMO

Le esperienze di comunicazione e dialogo con gli elementi  naturali: dialogare con gli animali, le piante, i fiori, i ruscelli, i sassi del torrente?

È possibile, avviene, è un’arte che si può coltivare, un’esperienza meravigliosa, un viaggio nel mondo dell’amore incondizionato, cosmico. Le esperienze di comunicazione con il mondo non-umano  sono tutte espressione di una coscienza chiara e limpida,  completa, di noi stessi e del nostro rapporto con tutto ciò che ci circonda. 

Stefano Fusi
Anima News, anno 1 n. 2





COMUNICARE CON GLI ANIMALI

Il 4 ottobre, festa di S.Francesco d’Assisi, è per tradizione la giornata degli animali. Che fare?

“Potrebbe essere l’occasione per ripensare al nostro rapporto con loro, a cominciare da quelli domestici che ci vivono accanto e tanto ci danno”.
Lo suggerisce Ida Caruggi, che alla comunicazione con gli animali (non solo cani, quindi: anzi, con tutta la natura) si dedica da sempre. Al punto che insegna alcune tecniche per creare questo contatto particolare e che ha elaborato un metodo specifico che ha chiamato Comunicazione naturale®. Provare per credere!

Soprattutto, anno 7 n. 40



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