Era una domenica qualsiasi…
Era una domenica qualsiasi, al mattino.
Con alcuni amici abbiamo deciso di andare a trovare Alessandra ed Eddie, al rifugio dove vive Quark.
Siamo arrivati verso le quattro del pomeriggio. Una giornata calda, un sole impietoso.
Il rifugio dove vivono i cani è nel verde; non ci sono case intorno e quasi ci si dimentica del resto del mondo.
Quark ci attendeva all’esterno, con Alessandra, Eddie, Valentina e Tamara: un vero comitato di benvenuto, che mi ha stupita e commossa.
Valicato il cancello c’era un’altra sorpresa ad attenderci: un cartello di benvenuto creato apposta per noi.
Quanta gentilezza di cuore, quanta gioia nel riceverci! Abbiamo iniziato subito a conoscere i cani. Anzi, per la verità, abbiamo iniziato dai gatti: due mici stupendi nel locale che viene utilizzato come cucina: un ordine perfetto, una pulizia che farebbe invidia a molti di noi, comuni mortali!
Dopo aver fatto conoscenza con i mici abbiamo iniziato a conoscere i cani: ce ne sono di ogni tipo, colore, età: Ognuno ha la sua storia e la sua personalità. C’è chi è esuberante, chi invece è timido. Ci sono cani di taglia grossa, media, piccola, ce ne sono pochi giovani, molti sono anziani: bisognosi di cure e di attenzioni. Sono i cani che in famiglia non hanno più posto, quelli che ‘per compassione’ le persone non sopprimono né disperdono: li portano in canile. Dopo una vita passata in famiglia, c’è una gabbia che li attende. I cani che capitano da Alessandra sono davvero fortunati: quello che ho visitato non è ‘un canile’: è una grande casa dove una famiglia si prende cura di chi una famiglia non ce l’ha più (quando arriva).
I box sono pulitissimi, come la cucina. I cani ammalati sono pure pulitissimi: non c’è minima traccia di pipì o di altro. Mi chiedo quante ore al giorno di lavoro siano necessarie per dare ai cani questo benessere. La risposta la conosco; vorrei che chi legge queste righe si ponesse qualche domanda al proposito.
Alessandra ed Eddie fanno sembrare tutto semplice e naturale: loro fanno questa vita da anni, giorno dopo giorno. A me sembrava di essere sbarcata su un pianeta sconosciuto. Pensava ai canili lager, o anche, più semplicemente, ai canili ‘normali’. E capivo che mi trovavo dentro un miracolo, un piccolo grandissimo miracolo d’amore. L’amore delle persone verso quelle creature perse (da uomini indegni) e ritrovati da tanti cuori generosi: i cuori delle persone che li accudiscono e i cuori degli altri cani che vivono in quella famiglia e si sostengono l’un l’altro.
I miei amici ed io abbiamo conosciuto i cani anche fuori dai box: venivano fatti uscire in coppia o in piccoli gruppi, scegliendo gli individui con grande esperienza e conoscenza dei loro comportamenti. Ho una buona formazione alle spalle: ho imparato molto sui cani e sul loro comportamento e sono rimasta ammirata di ciò che ho visto.
Ad un certo punto ho proposto ad Alessandra ed agli altri amici di fare un esercizio che avevamo già provato teoricamente, in altra sede, per tranquillizzare gli animali. Tutti insieme, senza nemmeno toccare i cani, ci siamo concentrati nel nostro esercizio sulla respirazione (l’ho imparato ai corsi sul metodo Ttouch di Linda Tellington): i cani si sono rilassati ‘come per magia’. Ovviamente non c’è nulla di magico: c’è solo conoscenza di metodi che qui in Italia sono poco conosciuti e applicati.
La sera è giunta molto velocemente. I gatti giravano sui muri, cibandosi nelle ciotoline disposte per loro.
I cani erano ormai tranquilli nei loro box.
E’ iniziata come una domenica qualsiasi, quel 26 giugno. E’ terminata come una giornata speciale, una di quelle da ricordare nella vita. Un’esperienza d’amore: vissuta nella quotidianità di ognuno di quegli esseri, rifiutati da uomini stupidi e ignobili, accolti e accaduti da persone davvero speciali, che sono onorata di conoscere e con le quali intendo condividere il mio percorso futuro.
Il Corriere Valsesiano
15 luglio 2005